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Una firma storica, per la maggiore autonomia dell’Emilia-Romagna. Un accordo che, per la prima volta in Italia, riconosce a un territorio virtuoso e a una Regione con i conti in ordine la possibilità di gestire direttamente - con nuovi strumenti normativi, amministrativi ed economici - numerose competenze su lavoro, istruzione, salute, ambiente e territorio, rapporti internazionali e con l’Unione europea, materie strategiche per continuare a crescere secondo un modello di sviluppo sostenibile, oltre a rafforzare e innovare i servizi di cura e sostegno alle persone. Questo attraverso risorse certe ottenute con la compartecipazione al gettito dei tributi erariali generato sul territorio regionale, o riserva di aliquota, e adottando il criterio dei fabbisogni standard, superando così quello della spesa storica.
E' questo in sintesi il contenuto dell'accordo per una maggiore autonomia siglato a Palazzo Chigi dal Sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, delegato dal premier Paolo Gentioni e dai presidenti dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, del Veneto Luca Zaia e della Lombardia, Roberto Maroni.
Una intesa che viene giudicata positiva dalle Unioni regionali delle Camere di commercio di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, aree che generano il 40,5% del PIL nazionale e il 54,5% dell’export italiano.
La firma dell’Intesa tra il Governo e le tre Regioni segna l’avvio di un percorso, ai sensi dell’articolo 116, comma terzo, della Costituzione, che formalizza sul piano istituzionale la richiesta di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”.
L’iniziativa costituzionale delle tre Regioni rappresenta un evento di grande rilevanza, sia politica, che istituzionale ed economica, nella prospettiva, pur nel rispetto dell’unità giuridica ed economica del Paese, di cui all’art. 5 della Costituzione, di garantire quote differenziate di autonomia, quindi di risorse, su base territoriale, in funzione di documentati corretti ed efficienti equilibri finanziari ed organizzativi degli enti e più in generale dei tre sistemi regionali, nonché in ottica trainante dell’intero sistema regionale italiano.
I sistemi camerali di Lombardia, Veneto ed Emilia – Romagna hanno partecipato e sostenuto attivamente il percorso intrapreso dalle tre Regioni, condividendone i principi ispiratori di fondo e gli obiettivi di rilanciare un nuovo regionalismo che possa consentire a questa parte importante del sistema paese, non solo per gli assetti economico-produttivi, di competere alla pari con le realtà territoriali più evolute in Europa e fungere da traino per il resto d’Italia.
I tre sistemi camerali di Lombardia, Veneto ed Emilia – Romagna a loro volta si impegnano inoltre a promuovere, nel contesto di un percorso di coordinamento delle rispettive strategie, una maggiore integrazione operativa ed una collaborazione strutturata e permanente, nella prospettiva di garantire migliori e maggiori servizi alle imprese dell’area vasta interregionale.
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