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Per l’Emilia-Romagna l’anno dell'uscita dalla crisi, non sarà il 2011, ancora difficile soprattutto per la disoccupazione legata ai processi di riorganizzazione delle imprese. E’ quanto emerso dalla presentazione dei dati del Rapporto sull’economia regionale 2010 realizzato da Unioncamere e Regione Emilia-Romagna. L’indagine conferma che per il sistema economico regionale l’anno si chiuderà con il Pil in rialzo all’1,5%, una percentuale maggiore rispetto alla media nazionale che non supererà l’1%. A trainare il recupero dell’Emilia-Romagna (dopo il -5,9% del 2009), l’export, aumentato nei primi nove mesi del 2010 del 14,7%, con un'intensificazione delle vendite all'estero nel secondo (+19,3%) e nel terzo trimestre (+20,7%). Si tratta, però, di un lenta risalita che non porterà benefici in termini occupazionali: il tasso di disoccupazione, oggi al 5,5%, continuerà a salire nel 2011 (6,3%) per toccare nel 2012 la percentuale record per l'Emilia-Romagna del 7,1%. Del resto, le previsioni di Unioncamere dicono che la crescita del Pil rallenterà nei prossimi anni: +1% nel 2011 e +1,4% per il 2012. Ancora troppo poco per recuperare la perdita del 5,9% registrata nel 2009. Intanto però, il “patto per attraversare la crisi” messo in piedi dalla Regione con la partecipazione degli attori sociali ed istituzionali, ha salvato oltre 60 mila posti di lavoro e, in base al recente accordo nazionale con le Regioni sul federalismo, gli ammortizzatori sociali in deroga per le situazioni di crisi saranno garantiti per altri sei mesi.
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