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L’edizione corrente dello scenario rivede al rialzo la stima della crescita reale del Pil dell'Emilia-Romagna sia per il 2010 da +1,4 a +2,0 per cento, sia la previsione riferita al 2011, dallo 0,9 all’1,3 per cento. La crescita dovrebbe risultare dell’1,2 per cento nel 2012.
I segni della crisi sono a tutt’ora profondi e saranno duraturi. Sia a livello nazionale, sia a quello regionale, la crescita prevista fino al 2013 permetterà di ottenere solo un parziale recupero della caduta del Pil accusata nel biennio 2008-2009. L’indice reale del valore aggiunto industriale risulterà inferiore dell’11,4 per cento rispetto a quello del 2007. Quello delle costruzioni risulterà inferiore del 12,1 per cento al livello del precedente massimo del 2008. Infine solo l'indice reale del valore aggiunto dei servizi avrà superato il precedente massimo del 2008 del 2,2 per cento.
La riduzione della quota del valore aggiunto industriale sul totale che si registrerà tra il 2007 e 2012, pari a 2,5 punti percentuali, ovvero al 10 per cento della sua entità, è da considerare permanente. La regione ha subito un’amputazione traumatica di una quota consistente della sua base industriale.
L’inversione del ciclo pesantemente negativo che ha caratterizzato il biennio 2008-2009 non porterà sostanziali benefici per l’occupazione. Nel 2011 ci si attende una ripresa, pari allo 0,6 per cento. Nel 2012 l’occupazione dovrebbe risultare poco più che stabile, con un incremento dello 0,2 per cento. Continuano a ridursi il tasso di attività e il tasso di occupazione su tutto l'orizzonte di previsione.
| Scenario di previsione Emilia-Romagna | Edizione settembre 2011 (.pdf 85kb) |