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Trasferire l’innovazione, mantenere la competitività a fronte di una concorrenza globale sempre più forte. Per le imprese dell’Emilia-Romagna nasce una rete di supporto per affrontare i mercati con prodotti conformi e pienamente rispondenti agli standard di qualità, sicurezza e rispetto dell’ambiente.
È il sistema delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna ad avviare, per primo a livello nazionale, una rete regionale di Punti Uni di Diffusione, coordinata da Unioncamere ER e supportata a livello tecnico ed operativo da CISE (Centro per l’innovazione e lo sviluppo economico, azienda speciale della Camera di commercio di Forlì-Cesena).
“Questa iniziativa – ha spiegato il segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, Ugo Girardi - nasce all’interno del protocollo di collaborazione operativa siglato tra Unioncamere regionale, Cise e Camera di commercio di Forli-Cesena per favorire iniziative integrate in tema di innovazione. Con l’attivazione di Punti Uni nelle Camere si valorizza un lavoro di specializzazione puntato alla formazione ed assistenza per le imprese nel settore della normativa tecnica”.
L’UNI (Ente nazionale italiano di Unificazione), organismo di normazione tecnica nazionale, si rapporterà con Unioncamere Emilia-Romagna, individuato come Punto UNI di coordinamento regionale e con le Camere di commercio del territorio che saranno Punti UNI di diffusione provinciali.
In questo modo, saranno resi disponibili alle imprese, che potranno utilizzarle nella progettazione dei propri prodotti e servizi, una serie di informazioni sulle novità della normazione e di consultazione gratuita di tutte le normative tecniche volontarie, sempre più leve di innovazione e sviluppo economico. “Le norme tecniche offrono tutti gli strumenti per incrementare l’efficienza e la competitività delle imprese. – ha aggiunto il direttore generale di UNI, Alessandro Santoro - Hanno il vantaggio di essere il risultato di un lavoro condiviso, perché sono l’autoregolamentazione di singoli settori da parte degli stessi operatori, ma con la garanzia della volontarietà, la trasparenza e la con sensualità”.
La cultura della standardizzazione è riconosciuta come un elemento di trasferibilità dell’innovazione, di crescita del mercato comune, di competitività dalla Commissione Europea, la quale ha presentato proposte per modernizzare il sistema di normalizzazione in modo da rispondere alle sfide di un mondo che cambia rapidamente.
La normalizzazione tutela la sicurezza dei cittadini della UE, e garantisce l’elevata qualità dei prodotti che utilizzano quotidianamente. Inoltre, incrementa la competitività delle imprese europee, favorendo innovazioni e fissando requisiti comuni grazie ai quali è possibile definire un mercato per un particolare prodotto ed assicurare un campo di competizione equo. Si creano così anche le condizioni per una economia più competitiva, una società più aperta, inclusiva ed equa.
Fissando requisiti precisi per i beni ed i servizi, gli standard (o “norme”) aiutano a tutelare il consumatore, creare mercati nuovi e più ampi e favorire l’innovazione.
La normalizzazione rappresenta uno strumento di stimolo alla innovazione e comporta benefici economici perché le norme tecniche contribuiscono alla competitività di tutto il sistema produttivo,
che l’Iso (International Organization for Standardization, organizzazione internazionale per la normazione che ha il suo corrispondente italiano in Uni) ha quantificato fino ad un quarto del tasso del crescita del Pil di una nazione.
Gli standard sono dappertutto: a casa, sul luogo di lavoro e nel tratto di strada che li separa. Ad esempio, la maggior parte degli apparecchi elettrici domestici, è conferme ad una norma europea (EN), come pure le piastrelle, o la serrature della porta di casa. In ufficio, praticamente ogni cosa, dal computer alla fotocopiatrice, dalla sedia, al sistema antincendio è coperta dalle norme europee.
“La presenza di Punti di diffusione UNI sul territorio – ha precisato Luca Valli, direttore del Cise che segue tutti gli aspetti tecnici ed operativi - aumenta la visibilità del tema e l’accessibilità agli strumenti della standardizzazione. Si supera un gap di informazione finora esistente, creando così una conoscenza di base diffusa del significato e del valore della formazione tecnica volontaria, tale da determinare la nascita di comportamenti che vedano le norme tecniche inserite a pieno titolo nelle logiche operative e decisionali delle imprese”.
Il progetto parte con l’adesione delle Camere di Commercio di Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Ravenna e Reggio Emilia, ma in prospettiva saranno coinvolte anche quelle di Bologna, Rimini e Piacenza.
Le imprese delle diverse province potranno consultare gratuitamente le norme e beneficiare di informazioni e formazione specifiche, attraverso la rete dei Punti di diffusione UNI aperti presso le Camere di commercio della regione, che forniranno anche un servizio di risposta a quesiti relativi alle norme e diffonderanno materiale informativo sulle norme tecniche volontarie. Questo anche su base trasversale ed in base alla vocazione economica e di distretto: ad esempio una azienda ceramica di Faenza potrà consultare il Punto UNI di Modena specializzato sul settore.
Sono previsti anche eventi di informazione e formazione relativi alle norme tecniche e standardizzazione in risposta a bisogni ed interessi emersi sul territorio.