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La riduzione degli investimenti a livello locale quest’anno sarà accelerata dalla riduzione dei trasferimenti a Regioni, Province e Comuni, a causa della Manovra e dell'irrigidimento del Patto di stabilità. Lo stima l'Ance dell'Emilia-Romagna che ha fatto il quadro della congiuntura in un incontro nella sede di Unioncamere a Bologna.
In regione, per i costruttori, quest'anno la riduzione degli investimenti sarà di 324 milioni di euro; la sforbiciata del 2012 sarà di 402. Inevitabilmente i pagamenti delle pubbliche amministrazioni non si velocizzeranno. E l'ammontare dei ritardati pagamenti per lavori pubblici degli enti emiliano-romagnoli è già cospicuo: 1,2 miliardi di euro.
La crisi morde il pubblico come il privato. L'anno scorso gli investimenti nel settore complessivamente hanno segnato un -5,9%, quest'anno si ipotizza un -1,5% (unico settore in controtendenza il recupero abitativo, con un tenue +1,5%). Dal 2008 la contrazione è stata del 21%. È un circolo vizioso: in edilizia sono andati in fumo dal 2008 28.000 posti di lavoro, e nel 2010 le ore di Cig sono cresciute del 93%. La domanda interna, vitale per un settore che non esporta, è quindi debole. Inoltre, meno permessi di costruire si traducono in minori risorse per i Comuni della regione (le cui entrate di questo tipo sono calate l’anno scorso del 14%).
La liquidità delle imprese edili è quindi messa a dura prova dai ritardi degli enti pubblici. Nel Nord-Est si incassa in media 3,5 mesi dopo i 2,5 previsti dal contratto, per un totale di 6 mesi tra consegna dei lavori e saldo. Ma a mettere in difficoltà le imprese edili sono anche i cordoni `tirati´ delle banche. Nei primi nove mesi 2010 per Banca d'Italia i mutui per l'edilizia residenziale hanno continuato a scendere: -3%. Per il presidente regionale dell'Ance Gabriele Buia si tratta di «una distorsione del mercato: non si può far fallire le imprese perché le aziende pubbliche non pagano» e le banche “devono distinguere tra aziende sane e decotte”.
Ma soprattutto risorse potrebbero arrivare dall'impiego dei fondi Fas e strutturali, che Ance stima potrebbero liberare in regione 263 milioni. «Non c'è tempo da perdere - ha detto Buia - vogliamo siano attivati immediatamente senza ulteriori riprogrammazioni”. Ance ha infatti sottolineato che delle risorse destinate al Piano Cipe delle opere prioritarie (del giugno 2009) ben 568 milioni erano stati destinati ad opere in Emilia-Romagna. Ma dei 349 milioni poi formalmente assegnati, nessuna risorsa di cassa è stata ancora attribuita.
Per Anna Maria Artoni, presidente della Confindustria dell'Emilia-Romagna, serve avere negli investimenti “regole certe e continuative”. Senza cambi “in corsa”, come quello sul settore delle rinnovabili. Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alle attività produttive, ha incassato l'approvazione dei costruttori per la regionalizzazione del Patto di stabilità prevista dalla legge regionale 12 del 2010, e ha assicurato che l'Emilia-Romagna sul fronte delle opere pubbliche farà “tutto il possibile per realizzare quelle di nostra competenza”.
Secondo Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, “dopo 4 anni consecutivi di caduta del mercato, il comparto delle costruzioni anche in Emilia-Romagna rischia un tracollo, soprattutto delle imprese di minor dimensione, che costituiscono una componente significativa (il 17 per cento circa) dell’economia regionale: di qui l’urgenza di una manovra per avviare interventi immediatamente cantierabili, allentando i vincoli del Patto di stabilità per i Comini finanziariamente sani e consentendo lo sblocco dei pagamenti per le opere realizzate. Il recente Protocollo tra sistema camerale, Anci e Upi Emilia-Romagna, per la cessione (senza oneri per le imprese) dei crediti alle banche per i pagamenti degli interventi infrastrutturali già realizzati dai Comuni e dalle Province in ambito regionale intende appunto dare un contributo in questa direzione”. Sul sito di Ance Emilia-Romagna il rapporto completo ed intervista al presidente Buia.
Qui il comunicato stampa, l’indagine del Centro Studi Ance nazionale e dell’Ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna.