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L’Emilia-Romagna, dopo la Lombardia, è al secondo posto in Italia per numero di contratti di rete stipulati dalle aziende, 49 come in Veneto. E’ quanto emerso nel workshop “Crescere e competere con il contratto di rete” che ha concluso il progetto diUnioncamere Emilia-Romagna realizzato con la collaborazione delle Associazioni di categoria e con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum, nell’ambito dell’Accordo di Programma a livello nazionale stipulato tra il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Unioncamere nazionale. Nell’ambito del progetto sono stati realizzati 19 studi di fattibilità e si è contributo alla sottoscrizione di cinque contratti di rete che sono stati presentati ed illustrati nel corso dell’incontro. Altri contratti sono in via di perfezionamento.
A tre anni dall’introduzione nell’ordinamento della disciplina specifica, il fenomeno “reti di imprese” in Emilia-Romagna “fattura” circa 940 milioni di euro e contribuisce con una quota del 7,4% ai 12,6 miliardi di euro di fatturato consolidato stimabili per le 305 reti (costituite da 1605 imprese) attive in 19 diverse regioni.
La rete di imprese si basa su un contratto tra aziende che mettono in comune attività e risorse, al fine di essere più innovative e competitive nel mercato in cui operano: ecco perché può essere considerata una leva strategica per affrontare la crisi, in quanto consente di usufruire di economie di scala e di specializzazione.
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