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A Bologna è stato firmato il primo contratto di rete tra Confidi.
Fautori dell’accordo sono Cofiter Emilia-Romagna, intermediario vigilato dalla Banca d’Italia operante in campo regionale, e cinque confidi del settore terziario attivi in ambito provinciale: Finterziario Rimini, Creditcom Forlì-Cesena, Confidi per le imprese Cesena, Garcom Piacenza, e Garcom Parma.
L’iniziativa, prima sul territorio italiano, persegue attraverso un programma comune, obiettivi mirati e concreti: concentrare risorse e competenze, rafforzare l’interlocuzione con il sistema istituzionale e bancario, creare valore per le imprese associate che operano sul territorio.
Tra le priorità del programma comune della rete dei confidi emiliano-romagnoli del terziario è inclusa anche la condivisione delle migliori pratiche e la costruzione di sinergie nell’attività di promozione e sostegno delle imprese che ne fanno parte.
Si pongono dunque le condizioni per ulteriori percorsi di razionalizzazione della rete dei confidi, a fronte di una fase congiunturale assai negativa per le imprese del commercio e del terziario, contrassegnata dal calo dei consumi..
L’iniziativa è nata nell’ambito del progetto realizzato dall’Unioncamere Emilia-Romagna, in attuazione di un accordo di programma tra il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Unioncamere nazionale, con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum.
Per Carlo Alberto Roncarati, presidente dell’Unioncamere Emilia-Romagna “il contratto di rete si conferma uno strumento prezioso e flessibile per lo sviluppo non solo delle PMI, ma anche delle loro strutture di supporto e promozione. Questa modalità di aggregazione, per la prima volta applicata ai Confidi, consente di cucire un abito su misura dei soggetti aderenti per realizzare programmi comuni e per ricercare economie di scala e di specializzazione, in diversi settori. Nel caso dei Confidi del terziario, si potenzia un’attività di rete che, pur mantenendo l’indipendenza e l’autonomia delle singole strutture, consente di ricercare soluzioni più efficaci per le imprese aderenti, preparando ulteriori percorsi di razionalizzazione, che a medio termine potranno essere costruiti tenendo presente anche logiche improntate all’intersettorialità, in modo da ridurre l’impatto negativo delle esigenze strutturali di contenimento della spesa pubblica”.