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Il settore delle costruzioni, anche in Emilia-Romagna, non sembra in grado di uscire dalla spirale recessiva che negli ultimi cinque anni ha risucchiato 827 aziende e cinque miliardi di investimenti (il 30%). E' quanto è emerso durante la presentazione del “Rapporto congiunturale dell’industria delle costruzioni” presentato oggi dall’Ance regionale nella sede di Unioncamere a Bologna.
Tra il quarto trimestre 2008 ed il primo trimestre 2013 il settore delle costruzioni in Emilia-Romagna ha perso 46.300 occupati, pari ad un calo in termini percentuali del 27,8%, un dato decisamente peggiore rispetto a quello medio nazionale, risultato pari al 22,1%. Secondo i dati delle Casse edili provinciali nel quadriennio 2009-2012 si è registrata una perdita tendenziale delle ore lavorate, quindi dell’attività, pari al 34,1%. Circa un terzo delle imprese attive all’inizio della crisi oggi non esistono più. Tra il 2009 e il 2012 i procedimenti fallimentari riguardanti le imprese edilizie sono aumentati di circa il 24%. Il che vuol dire che sono fallite 827 imprese di costruzioni, pari all'8% dei fallimenti avvenuti nel settore nell’intero Paese.
“Dopo un 2012 devastante - ha sottolineato il presidente dell’Ance Emilia Romagna Gabriele Buia - che ha registrato nella nostra regione una contrazione di attività del 6,5% rispetto all’anno precedente, ovvero l’anno peggiore dopo il terribile 2009, le nostre stime per il 2013 confermano il perdurare della crisi. Per l’anno in corso, infatti, le previsioni sono di un ulteriore calo degli investimenti in costruzione del 3,6%, il che significa una perdita del 30% in sei anni, stimabile in circa 5 miliardi di euro.”
“Il persistere di questa situazione - ha aggiunto Buia - comporta la progressiva destrutturazione di un comparto fondamentale per l’economia regionale con un ulteriore peggioramento della già difficile situazione occupazionale, anche in considerazione della decadenza dei termini relativi alla Casa integrazione.”
Come si sottolinea nel Rapporto. in Emilia-Romagna il ricorso a questo strumento da parte delle imprese per limitare i licenziamenti è molto elevato: dal 2008 al 2012 il numero di ore autorizzate per i lavoratori operanti nel settore è quintuplicato, passando da 2,2 milioni di ore a 11 milioni. Anche nei primi cinque mesi del 2013 i dati segnalano un’ ulteriore crescita del 29,9% rispetto ai già elevati livelli dell’anno precedente.
"Recenti dati del sistema camerale - ha evidenziato Ugo Girardi, Segretario Generale dell’Unioncamere Emilia-Romagna - mostrano che la crisi del settore colpisce fortemente anche il segmento delle imprese giovanili: le imprese del settore delle costruzioni con un titolare d’età inferiore a 35 anni al 31 marzo 2013 in Emilia-Romagna risultavano diminuite del 5,5% in 12 mesi (-1.961 in valore assoluto); in tutti gli altri comparti di attività il calo medio delle imprese under 35 nel territorio regionale è stato del - 0,7%.
Anche in Emilia-Romagna – ha aggiunto Girardi - un contributo importante per uscire dalla crisi del settore può venire dalle iniziative in project financing. Nel 2012 in regione l’incidenza del partenariato pubblico-privato sull’intero mercato delle opere pubbliche è passata dal 25% al 28% in termini di numero di opportunità e dal 15% al 18% per importo. Ma è urgente ridurre drasticamente, con un insieme di interventi mirati, gli ostacoli che si frappongono al percorso attuativo: la percentuale dei bandi interrotti nel 2012 ha toccato il tetto del 58% per concessione di lavori, contratti di leasing immobiliare e di disponibilità”.
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