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La capacità competitiva è un vincolo con cui ogni impresa deve fare i conti, ma non è lo scopo ultimo dell’innovazione. Occorre parlare anche di qualità della vita come risultato di un’interazione positiva tra i prodotti e i bisogni, i servizi e le aspettative, gli oggetti e gli individui, la cultura e l’economia, l’arte e la tecnologia, l’uomo e l’ambiente.
La responsabilità dell’innovare sta nel mantenere in equilibrio queste relazioni.
Quando l’innovazione è “responsabile”, in grado di rispondere alle esigenze dell’uomo moderno, diventa di maggiore interesse per le imprese che ne possono fare una leva vincente sui mercati.
E’ possibile apprendere le modalità che possono condurre verso una forma migliore di innovazione, in grado di generare benefici per la collettività e per la qualità della vita delle persone, come è stato sottolineato nel corso del seminario “Innovazione Responsabile - miglioramento della qualità della vita come obiettivo delle imprese” che si è svolto a Bologna organizzato da Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con Cise (Centro per l’innovazione e lo sviluppo economico), azienda speciale della Camera di commercio di Forlì-Cesena.
All’esigenza di governare l’innovazione con l’obiettivo di coniugare nel modo più adeguato la competitività al miglioramento della qualità della vita vuole rispondere “Ugo”, il nuovo standard di certificazione su base volontaria, ideato dal Cise, che è stato illustrato nel corso del seminario. Come evidenziato da Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna
Il “modello Ugo” vuole ridurre il rischio di insuccesso che è sempre dietro l’angolo per l’innovazione.
Ai principi sottostanti all’idea della “certificazione Ugo” che può essere applicata da qualsiasi organizzazione è dedicato il primo di una serie di tre volumi sull’Innovazione Responsabile. Il secondo sarà sugli ambiti applicativi (impresa, pubblica amministrazione, settori emergenti), il terzo sui metodi attraverso i quali l’innovazione responsabile può essere gestita.