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Il settore moda emiliano-romagnolo presenta oltre 7.200 imprese per la parte manifatturiera, circa 52 mila addetti nonché un export di 4,6 miliardi di euro che rappresenta il 12,7% delle esportazioni nazionali. Sono questi, in sintesi, i numeri del sistema moda in Emilia-Romagna, un tassello importante nell’economia regionale duramente colpito dalla crisi economica, emersi nel corso dei lavori del convegno “Emilia-Romagna Fashion. Quale politica industriale per il sistema moda” svoltosi a Bologna nella sede della Regione in viale Aldo Moro per costruire nuove politiche industriali che valorizzino il sistema moda traducendolo in processi di innovazione e ricadute concrete di sviluppo dei territori.
Durante i lavori, sono stati presentati approfondimenti e scenari sul tessile, abbigliamento e calzaturiero: un confronto finalizzato a costruire nuove politiche industriali per valorizzare la filiera moda traducendole in processi di innovazione e ricadute concrete di sviluppo dei territori.
Il settore del fashion che ha registrato una fase di rallentamento dovuta in parte alla crisi economica globale in parte alla forte contrazione della domanda interna nonché ad un necessario riposizionamento delle imprese e ad una ristrutturazione generale che sta portando verso nuovi assetti organizzativi. Infatti dal 2003 al 2015 la produzione complessiva è calata del 41,9%, mentre con l’avvio della crisi, dal 2008 al 2015, il fashion ha perso complessivamente il 7,8% delle imprese e 10,4% degli addetti (sul versante produzione -14,8% le imprese e -18% gli addetti mentre per quanto riguarda la parte commerciale -4,4% le imprese e -0,2% gli addetti).
Hanno partecipato, tra gli altri, gli assessori regionali Palma Costi e Patrizio Bianchi, il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Maurizio Torreggiani.
Tra i relatori, Guido Caselli Ufficio studi Unioncamere ER, Franco Mosconi (Università di Parma), Daniela Bigarelli di R&I, Serena Musolesi di Cercal