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Oltre il 41% del territorio dell’Emilia-Romagna è costituito da colline e montagna, con oltre 400mila abitanti e più del 10% della popolazione regionale. Luoghi che spesso sono un bacino e un serbatoio fondamentale di produzioni tipiche, eccellenze ambientali, borghi e luoghi storici, tradizioni, ma anche aziende innovative che riescono a coniugare il fatto di operare in zone decentrate con il valore aggiunto che un’area di eccellenza può trasmettere ad ogni prodotto.
Su questi territori si concentra la Conferenza regionale per la Montagna “Appennino una terra per viverci” che per la prima volta sarà ospitata a Castelnovo ne’ Monti, venerdì 22 gennaio, a partire dalle 9,30 al Teatro Bismantova (via Roma 75).
Alla conferenza interverranno il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, gli assessori della Giunta regionale Paola Gazzolo, Patrizio Bianchi, Palma Costi, Andrea Corsini e Raffaele Donini, rappresentanti dei Comuni montani, delle Unioni di Comuni montani, delle associazioni socio-economiche e sindacali da tutta l’Emilia-Romagna.
Può essere un momento davvero importante, un confronto tra territori simili, che vivono problemi analoghi, in cerca di soluzioni che siano replicabili.
Spiega il sindaco e presidente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino reggiano, Enrico Bini: “Credo sia un evento di grande rilievo per Castelnovo e l’Appennino reggiano: sarà l’occasione per fare il punto sulle politiche avviate in questi anni dalla Regione e per confrontarsi con tutti i territori montani dell’Emilia-Romagna su come i territori appenninici, anche attraverso collaborazioni trasversali, possano mantenere ed anzi rafforzare la tenuta socio economica e dei servizi sul territorio”. prosegue Bini “Abbiamo temi complessi e fondamentali che intendiamo affrontare in modo aperto e diretto, alla presenza dei vertici regionali, temi come appunto la tenuta dei servizi, la salvaguardia dei presidi sanitari, i problemi legati allo spopolamento, il dissesto idrogeologico, il sostegno all’agricoltura di montagna, alle produzioni agroalimentari, la riconoscibilità ed il giusto ritorno economico per ciò che viene prodotto qui, con costi superiori rispetto alla pianura, la necessità di migliorare i collegamenti viari, non solo verso le città ma anche tra aree appenniniche vicine, l’impellenza di dotare i territori montani di collegamenti telematici che superino il divario digitale”.
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