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In regione il 2011 si chiude all’insegna della crescita, anche se non omogenea per tutti i settori di attività, in misura ancora una volta più ampia rispetto a quanto previsto per l’ltalia.
E’ quanto emerso dalla presentazione dei dati del Rapporto sull’economia regionale 2011 realizzato da Unioncamere e Regione Emilia-Romagna. In un contesto nazionale di lenta crescita, secondo le stime redatte nello scorso novembre da Unioncamere regionale e Prometeia, l’Emilia-Romagna dovrebbe chiudere il 2011 con un aumento reale del Pil dello 0,9 per cento (+0,6 per cento in Italia), in rallentamento rispetto alla crescita dell’1,5 per cento rilevata nel 2010. Le stime hanno subito un brusco ridimensionamento a seguito del rallentamento dell'attività a partire dall’estate a seguito dell'accentuarsi delle turbolenze finanziarie. Nel terzo trimestre la produzione dell’industria manifatturiera è cresciuta più lentamente rispetto ai sei mesi precedenti, mentre gli ordini hanno segnato il passo, dopo un semestre di crescita. L’edilizia ha evidenziato una pesante battuta d’arresto, che ha acuito la fase negativa dei sei mesi precedenti. Nell’ambito dei servizi, le attività commerciali hanno registrato nel corso dell’estate un calo delle vendite al dettaglio che è apparso più accentuato rispetto ai due trimestri precedenti.
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