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Si chiude la fase di espansione della consistenza delle imprese dovuta alle misure di sostegno adottate con la pandemia e alla ripresa successiva. Con l’estate è tornata la tendenza negativa lungamente prevalente.
Alla fine di settembre le imprese attive sono ridiscese sotto quota 400mila (399.179) con una diminuzione di 1.977 unità, -0,5 per cento rispetto a dodici mesi prima. L’andamento dell’imprenditoria regionale si è allineato a quello nazionale, che ha avuto una quasi analoga flessione tendenziale (-0,4 per cento).
La tendenza negativa della base imprenditoriale regionale si è leggermente rafforzata in agricoltura (-909 unità, -1,7 per cento), mentre si è decisamente accentuata nell’industria (-817 imprese, -1,9 per cento) e nel commercio (-910 imprese, -1,0 per cento). Queste perdite non sono state compensate dall’andamento positivo, ma che si è indebolito, sia delle imprese delle costruzioni (535 imprese, +0,8 per cento), sia della base imprenditoriale del complesso dei servizi diversi dal commercio (+747 imprese, +0,5 per cento).
Sono in difficoltà nell’industria le imprese della moda, le attive nella fabbricazione di prodotti in metallo e di macchinari e apparecchiature; nei servizi, oltre al commercio, la ristorazione e il trasporto e magazzinaggio. Tra le variazioni ancora positive si segnalano le costruzioni, grazie ai bonus, le attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale, le attività immobiliari e quelle finanziarie.
E' il quadro che emerge da un'elaborazione di Unioncamere Emilia-Romagna sulla base dei dati Movimprese delle Camere di commercio.
L'analisi completa della Demografia delle imprese
I dati della Demografia delle imprese