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L’indagine trimestrale sulla congiuntura del commercio al dettaglio di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
Anche nel primo trimestre 2023, le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna sono aumentate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e lo hanno fatto con un ritmo leggermente più sostenuto (+3,1 per cento) rispetto a quello avuto nel trimestre precedente, certo però non corrispondente al passo dell’inflazione dei prezzi al consumo. In particolare, l’indice generale dei prezzi al consumo esclusi i beni energetici nel trimestre ha avuto un aumento del 6,1 per cento in Emilia-Romagna. L’accelerazione del passo della crescita delle vendite nel corso del trimestre non ha avuto intensità omogenea e non ha interessato tutte le tipologie del commercio esaminate, al contrario è stata frenata dallo specializzato alimentare (+0,7 per cento), sostenuta dallo specializzato non alimentare (2,3 per cento), una crescita comunque insufficiente a compensare l’incremento tendenziale nello stesso trimestre dei prezzi al consumo dei soli beni non alimentari e non energetici (+5,5 per cento), ma soprattutto è stata trainata dal boom delle vendite di iper, supermercati e grandi magazzini che hanno preso il volo e fatto segnare una decisa accelerazione della loro forte ripresa tendenziale (+7,5 per cento), spinte anche dalla ricerca della convenienza a fronte della discesa del potere d’acquisto determinata dall’inflazione. Al 31 marzo 2023 le imprese attive nel commercio al dettaglio sono risultate 41.429 e sono diminuite in un anno di ben 1.206 unità. La caduta (-2,8 per cento) ha accelerato rispetto al trimestre precedente ed è stato la più rapida dall’inizio della rilevazione con l’Ateco 2007 se si eccettua quanto accaduto nel 2020 durante la pandemia.
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