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Il valore delle vendite correnti sale, ma meno dell’inflazione. Boom delle vendite di iper, supermercati e grandi magazzini.

L’indagine sulla congiuntura di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

La congiuntura nel trimestre.

Tra il quarto trimestre 2022 e il primo del 2023 la crescita del valore delle vendite correnti è stata sostenuta dall’andamento dei prezzi al consumo e si è fatta più rapida, ma è risultata insufficiente a compensare in termini reali la crescita dell’inflazione. Nel secondo trimestre 2023, le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna sono nuovamente aumentate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+1,3 per cento), ma lo hanno fatto con un ritmo sensibilmente più contenuto di quello riferito al trimestre precedente e che non ha tenuto il passo con l’andamento dell’inflazione dei prezzi al consumo, in quanto l’indice generale dei prezzi al consumo esclusi i beni energetici di fonte Istat è aumentato del 5,8 per cento nel trimestre in Emilia-Romagna. Quindi le vendite correnti del dettaglio si sono ridotte in termini reali.

Le tipologie del dettaglio

Gli effetti redistributivi, di riduzione del reddito disponibile e di aumento delle disuguaglianze derivanti dall’avvio di un forte processo inflazionistico hanno decisamente accentuato sia i processi di cambiamento che da anni caratterizzano il settore del commercio, sia le variazioni dei comportamenti dei consumatori con effetti diversi sui settori del dettaglio che emergono evidenti dalla disaggregazione dei dati. L’andamento delle vendite per le tipologie del commercio esaminate è apparso assolutamente disomogeneo. È stato trainato dal boom delle vendite di iper, supermercati e grandi magazzini (+8,2 per cento), spinte dalla ricerca di convenienza da parte dei consumatori a fronte del netto taglio del potere d’acquisto determinato dall’inflazione. Ha avuto il sostegno di una modesta crescita nello specializzato alimentare (+1,1 per cento), insufficiente a fronte dei prezzi degli alimentari (+11,4 per cento). Ma è stato frenato dalla riduzione delle vendite dello specializzato non alimentare (-1,0 per cento), nonostante un più contenuto incremento tendenziale del 4,9 per cento dei prezzi dei beni non alimentari e non energetici, in particolare appesantite dalle vendite dell’abbigliamento (-2,9 per cento).

La dimensione delle imprese

Una marcata correlazione positiva tra l’andamento delle vendite e la dimensione aziendale è causa ed effetto dell’accelerazione dei processi di cambiamento in corso da anni nel settore del commercio. Le vendite della piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) hanno subito una flessione dell’1,1 per cento. Al contrario, le vendite delle imprese di maggiore dimensione (con almeno 20 addetti) hanno solo ridotto il ritmo della loro crescita (+4,2 per cento)

Il registro delle imprese.

Al 30 giugno 2023 le imprese attive nel commercio al dettaglio sono risultate 40.970 e rispetto ad un anno prima sono diminuite di 1.578 unità. Il passo della discesa delle imprese del dettaglio (-3,7 per cento) ha accelerato rispetto al trimestre precedente. Da anni la struttura del settore è oggetto di profonde revisioni che comportano un aumento della dimensione delle imprese e una riduzione delle localizzazioni. L’andamento è risultato solo leggermente più rapido di quello nazionale che ha visto la base imprenditoriale del settore flettere del 3,0 per cento.


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Ultimo aggiornamento

20-11-2023 11:11

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