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I risultati dell’indagine congiunturale sull’industria realizzata in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.
Il peggioramento della congiuntura in corso dal secondo semestre 2022 ha portato la tendenza in negativo dalla scorsa primavera e nel corso dell’estate ha condotto l’attività industriale regionale in recessione, definita come due trimestri consecutivi di riduzione della produzione. Tra luglio e settembre, il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna si è ridotto nuovamente rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (-1,9 per cento) e in misura più sensibile che nel trimestre precedente. La recessione del complesso dell’industria regionale ha interessato quasi tutti i settori considerati dall’indagine, sia pure con diversa intensità e specifico andamento temporale. È proseguita la crescita dell’attività dell’industria alimentare e delle bevande sia pure a un ritmo ulteriormente più contenuto (+0,7 per cento) e l’attività dell’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto ha invertito la tendenza in negativo, ma ha subito una riduzione relativamente contenuta (-0,8 per cento), anche se le sue prospettive sono state minate da un ulteriore e più deciso arretramento degli ordini. Tra i risultati negativi, le industrie della moda hanno contenuto l’arretramento dell’attività (-1,1 per cento), che è stato più deciso nell’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche (-4,0 per cento), per l’aggregato delle “altre industrie” (-2,6 per cento) (che comprende le industrie della chimica, farmaceutica, plastica e gomma e quelle della trasformazione dei minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro) e soprattutto per la piccola industria del legno e del mobile (-7,1 per cento).
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