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I risultati dell’indagine congiunturale sull’industria realizzata in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.
Il rallentamento dell’attività industriale in regione avviato già nella primavera 2023 si è alleviato. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, tra aprile e giugno il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna è sceso meno rapidamente (-2,0 per cento) rispetto a quanto era accaduto all’inizio dell’anno.
Nella scorsa primavera, da un lato, dopo diciotto mesi, la tendenza è divenuta positiva per la produzione delle “altre industrie” (+1,1 per cento), dall’altro, la grave recessione delle industrie della moda si è solo marginalmente alleviata (-8,0 per cento). Tra questi due estremi, l’attività produttiva è aumentata solo per l’industria alimentare (+0,8 per cento), ma il ritmo della sua crescita si è ulteriormente ridotto. Al contrario, la produzione è rimasta sostanzialmente invariata (-0,1 per cento) nella piccola industria del legno e del mobile (-0,1 per cento), ma il suo andamento negativo è risultato solo leggermente più contenuto nell’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto (-2,3 per cento) e il pesante arretramento dell’attività produttiva continua nell’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche (-4,1 per cento), ovvero nel grande sistema della subfornitura regionale. Nel secondo trimestre, secondo Istat, l’occupazione dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna è aumentata lievemente rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso (+0,5 per cento, +2.795 unità) salendo oltre quota 571.000 mila e secondo il Registro delle imprese il saldo delle dichiarazioni effettuate dalle imprese registrate dell’industria (iscrizioni, cessazioni e variazioni) è stato leggermente positivo (+112 imprese +0,24 per cento).
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