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L’indagine sulla congiuntura di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
La congiuntura nel trimestre.
Nella scorsa estate le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna hanno subito una leggera flessione nominale (-0,9 per cento) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’andamento dell’inflazione dei prezzi al consumo seppure in rientro ha comunque portato l’indice generale dei prezzi al consumo esclusi i beni energetici di fonte Istat ad avere un aumento dell’1,7 per cento nel trimestre in Emilia-Romagna. Quindi le vendite correnti del dettaglio dovrebbero essere diminuite nuovamente e in più ampia misura in termini reali. L’andamento delle vendite correnti per le tipologie del commercio esaminate è apparso decisamente disomogeneo, appesantito dalle vendite dello specializzato alimentare (-1,8 per cento) e da quelle di prodotti per la casa ed elettrodomestici (-5,3 per cento) nell’ambito dello specializzato non alimentare (-1,1 per cento), mentre solo quelle di iper, supermercati e grandi magazzini hanno avuto un lievissimo incremento (+0,1 per cento), spinte dalla ricerca della convenienza da parte dei consumatori a fronte del taglio netto al potere d’acquisto determinato dall’inflazione. Le vendite correnti della piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) hanno accentuato la tendenza negativa riavviata con l’estate 2022 con una flessione tendenziale del 2,0 per cento. Quelle delle imprese di media dimensione da 6 a 19 addetti hanno subito una lieve flessione (-0,7 per cento) e solo quelle delle imprese di maggiore dimensione, con almeno 20 addetti, sono rimaste sostanzialmente stazionarie (+0,02 per cento).
Le imprese.
Nell’estate 2024 il saldo delle dichiarazioni (iscrizioni, cessazioni e variazioni) delle imprese del commercio al dettaglio è solo lievemente peggiorato scendendo a -86 unità (-0,20 per cento).
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