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L’indagine sulla congiuntura di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
La congiuntura nel trimestre.
Negli ultimi tre mesi del 2024, le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna sono lievemente aumentate (+0,6 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2023. Nello stesso periodo, l’andamento dell’inflazione al consumo ha determinato un aumento dell’indice generale dei prezzi al consumo esclusi i beni energetici di fonte Istat dell’1,9 per cento nel trimestre in Emilia-Romagna. Quindi le vendite correnti del dettaglio dovrebbero essere diminuite nuovamente in termini reali. L’andamento delle vendite correnti per le tipologie del dettaglio esaminate è apparso decisamente disomogeneo, appesantito dalle vendite di prodotti per la casa ed elettrodomestici (-1,7 per cento) e sostenuto da quelle dello specializzato alimentare (+1,2 per cento) e soprattutto da quelle di iper, supermercati e grandi magazzini (+3,8 per cento) spinte dalla ricerca della convenienza da parte dei consumatori a fronte del taglio netto al potere d’acquisto determinato dall’inflazione. Tra ottobre e dicembre le vendite della piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) hanno solo lievemente contenuto la tendenza negativa riavviata nell’estate 2022 e hanno subito una flessione tendenziale dell’1,3 per cento. Quelle delle imprese di media dimensione da 6 a 19 addetti hanno ripreso una tendenza negativa nel trimestre precedente e l’hanno confermata (-0,5 per cento). Al contrario, ha riassunto un ritmo elevato (+3,0 per cento) la crescita tendenziale delle vendite correnti delle imprese di maggiore dimensione, quelle con almeno 20 addetti.
Nel complesso del 2024 le vendite del commercio al dettaglio sono rimaste sostanzialmente stazionarie (-0,04 per cento). In termini nominali, quindi, non hanno tenuto il passo con l’andamento dell’inflazione, che l’Istat ha rilevato in Emilia-Romagna all’1,9 per cento nella media dell’anno per l’indice generale dei prezzi al consumo esclusi i beni energetici
Lo scorso anno il saldo delle dichiarazioni delle imprese del commercio al dettaglio è ulteriormente peggiorato (-666 unità, -1,55 per cento) e le imprese registrate al 31 dicembre sono risultate 41.951.
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