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I risultati dell’indagine congiunturale sull’industria realizzata dalle Camere di commercio e da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.
La recessione dell’attività industriale in regione si è avviata nella primavera 2023, si è decisamente aggravata dall’inizio del 2024 e ha trovato nuova conferma nell’autunno dello scorso anno quando il volume della produzione è sceso del 3,2 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. La recessione ha interessato quasi tutti i settori considerati dall’indagine, con la sola eccezione dell’aumento dell’attività dell’industria alimentare e delle bevande, mentre, in senso contrario, hanno pesato i risultati negativi delle industrie della moda e dell’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche, ovvero del grande sistema della subfornitura regionale, che sono stati di gran lunga i peggiori.
Il 2024 si è così chiuso con una flessione della produzione del 3,2 per cento che è la più ampia degli ultimi dodici anni, se si eccettua il crollo pandemico del 2020. Tra i settori esaminati, da un lato, è proseguita di buon passo solo la crescita dell’attività dell’industria alimentare e delle bevande, mentre, in senso opposto, l’attività delle industrie della moda ha subito un vero crollo e quella dell’importante sistema della subfornitura regionale dato dall’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche ha avuto un’ampia caduta.
Il processo di concentrazione aziendale è in corso da lungo tempo anche nell’industria e secondo i dati del Registro delle imprese nell’ultimo anno ha prodotto un saldo delle dichiarazioni delle imprese registrate (dato da iscrizioni, cessazioni dichiarate e variazioni di attività) leggermente negativo (-437 imprese -0,95 per cento). L’intensità del processo è andata leggermente acuendosi rispetto ai due anni precedenti, ma senza avvicinare l’intensità che aveva assunto negli anni fino al 2020.
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