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Alla fine dello scorso marzo le imprese attive si sono ridotte a 395.219 con una diminuzione pari a 4.887 unità (-1,2 per cento) rispetto al termine dello stesso mese dello scorso anno, una perdita che è risultata la più consistente dalla fine del 2014. L’andamento dell’imprenditoria regionale si è allineato a quello riferito a livello nazionale, che nello stesso periodo ha registrato una più lieve flessione delle imprese attive (-1,0 per cento).
La tendenza negativa della base imprenditoriale regionale si è rafforzata in agricoltura (-2,1 per cento), ma si è decisamente accentuata nel commercio (-2,5 per cento) e soprattutto nell’industria dove è divenuta particolarmente rilevante (-2,9 per cento). Addirittura, si è invertita in senso negativo la tendenza demografica per le imprese delle costruzioni (-1,0 per cento), mentre la residua spinta all’aumento per la base imprenditoriale del complesso dei servizi diversi dal commercio si è ridotta a ben poca cosa (+0,2 per cento).
Sono in forte difficoltà nell’industria le imprese della moda. In calo le attive nella fabbricazione di macchinari e apparecchiature e di prodotti in metallo; nei servizi, oltre al commercio, si riducono le imprese della ristorazione e del trasporto e magazzinaggio. Scendono anche le imprese delle costruzioni. Tra le variazioni ancora positive si segnalano le attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale, le attività immobiliari e quelle finanziarie.
E' il quadro che emerge da un'elaborazione di Unioncamere Emilia-Romagna sulla base dei dati Movimprese delle Camere di commercio.
L'analisi completa della Demografia delle imprese
I dati della Demografia delle imprese