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La tendenza negativa si è decisamente rafforzata (-7.086 attive, -1,8 per cento). La riduzione più consistente la si è avuta nel commercio (-2.584), la più rapida nell’industria (-3,5 per cento). Ha accelerato l’andamento negativo in agricoltura (-2,6 per cento) e si è invertita la tendenza pure nelle costruzioni (-2,5 per cento), ma anche la crescita delle attive nei servizi diversi dal commercio si è fermata allo 0,1 per cento. L’andamento negativo si è tradotto in un’accelerazione del declino delle ditte individuali (-6.738 unità) e in un contenuto aumento delle società di capitale (-1,6 per cento).
Unioncamere Emilia-Romagna ha elaborato i dati del Registro imprese delle Camere di commercio. Emergono gli effetti negativi di una serie di contingenze che hanno richiesto tempo per manifestarsi, in particolare gli strascichi della pandemia, della forte inflazione con i suoi effetti redistributivi e dell’adozione di una politica monetaria restrittiva.
Le imprese attive rendono la misura dell’effettiva capacità della base imprenditoriale. Alla fine dello scorso giugno le imprese attive sono scese a 394.149 con una notevole diminuzione pari a 7.086 unità (-1,8 per cento) rispetto al termine dello stesso mese dello scorso anno. L’andamento dell’imprenditoria regionale è risultato sensibilmente più pesante rispetto a quello riferito a livello nazionale, che nello stesso periodo ha registrato un’ampia, ma più contenuta, flessione delle imprese attive (-1,1 per cento).
I settori.
La tendenza negativa della base imprenditoriale regionale si è decisamente rafforzata in agricoltura (-1.401 unità, -2,6 per cento). La riduzione delle imprese nel commercio che si è marcatamente accentuata ed è stata la più consistente tra i macrosettori (-2.584 unità, -3,0 per cento). Tra gli altri macrosettori è, invece, l’industria ad avere subito la più rapida riduzione delle imprese (-3,5 per cento). Addirittura, si è decisamente invertita la tendenza demografica per le imprese delle costruzioni (-1.710 imprese, -2,5 per cento), che hanno risentito della riduzione dei bonus a favore del settore. Infine, la residua spinta all’aumento delle imprese dei servizi diversi dal commercio si è ridotta a ben poca cosa (+115 imprese, +0,1 per cento).
La forma giuridica.
L’accelerazione della tendenza negativa per le imprese attive si è tradotta soprattutto in un notevole declino per le ditte individuali (-6.738 unità, -3,1 per cento) e in una diminuzione non particolarmente marcata delle società di persone (-1.815 unità, -2,6 per cento). Infine, si è consolidata la riduzione delle società costituite con altre forme, ovvero di quelle prevalentemente date da cooperative e consorzi (-1,9 per cento). L’unico contributo positivo è venuto ancora una volta dall’aumento delle società di capitale (+1.639 unità, +1,6 per cento), che è risultato però relativamente contenuto rispetto al passato.
Le imprese registrate.
Al 30 giugno 2023 le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 442.271. Rispetto alla fine del trimestre precedente sono diminuite di ben 1.628 unità, (-0,4 per cento) nonostante la stagionalità positiva che solitamene caratterizza il secondo trimestre dell’anno. A livello nazionale, al contrario, le imprese registrate sono lievissimamente aumentate rispetto al trimestre precedente (+0,1). Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, le iscrizioni si sono sensibilmente ridotte (5.977) scendendo al disotto del livello del secondo trimestre 2020 in piena pandemia e lock-down, mentre vi è stato un vero boom delle cessazioni (7.646), inusuale nel secondo trimestre.
L'analisi completa della Demografia delle imprese
I dati della Demografia delle imprese